Chi siamo

Secondo l’articolo n.1 del suo Statuto, la Caritas Diocesana di Siracusa è “l’Organismo Pastorale istituito dal Vescovo al fine di promuovere, anche in collaborazione con altri organismi, la ‘testimonianza della carità nella comunità ecclesiale diocesana e delle comunità minori, specie parrocchiali, in forme consone ai tempi ed ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica”.

La Caritas diocesana di Siracusa si occupa, quindi, di educare alla buona vita del Vangelo, alla crescita spirituale ed al cambiamento verso uno stile di vita incentrato sulla beatitudine della povertà e sull’amore per il prossimo, “il Cristo che quotidianamente vive in mezzo a noi”; mediante una Pedagogia incentrata sui fatti, si fa promotrice della Testimonianza della Carità all’interno della comunità ecclesiale e civile, ed è con il suo metodo specifico d’azione (ascoltare, osservare, discernere), nonché nei suoi luoghi pastorali precipui (il Centro d’Ascolto, l’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse, il Laboratorio Diocesano per la promozione Caritas nelle Parrocchie) che espleta la sua prevalente funzione pedagogica.


IL METODO
Il metodo “ASCOLTARE, OSSERVARE, DISCERNERE” è direttamente ispirato a noi dalla Parola di Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. 8 Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Hittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. 9 Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l’oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. 10 Ora va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». (Esodo 3, 7-10).


ASCOLTARE vuol dire accostarsi all’altro ed entrarvi in relazione, facendosi carico dei suoi drammi, delle fatiche, del peso delle sue difficoltà; ma è anche un viatico che ci permette di avere una preziosa occasione per conoscere Cristo nella quotidianità delle nostre esistenze, condividere esperienze significanti, abbracciare uno stile di vita in grado di farci uscire dagli schemi, al fine di cogliere determinati aspetti salienti legati alla condizione degli ultimi, altrimenti non riscontrabili, all’interno del territorio.


OSSERVARE ciò che succede intorno a noi è lo step successivo all’azione di ascolto; per comprendere ed offrire delle risposte concrete rispetto alle povertà sempre più complesse con le quali giornalmente ci si confronta, si deve considerare la necessità di studiare il contesto di riferimento in modo ordinato, sistematico e continuativo; divulgare, poi, quanto si è riusciti a carpire mediante l’osservazione, è il modo migliore per sensibilizzare la comunità alla conoscenza delle problematiche sussistenti ed all’utilizzo delle risorse disponibili in campo, veicolandole così verso la giusta direzione.


DISCERNERE ci permette, infine, di distinguere chiaramente, di conoscere, inquadrare, capire meglio il “perché” del disagio; è parte del metodo legata, alla luce di quanto emerso dalle fasi di ascolto ed osservazione, alla creazione di risposte ed al compimento di azioni in grado di contrastare i meccanismi e le cause che generano povertà ed avviare quei processi di liberazione dalla stessa utili per lo sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia e della pace.


È essenziale che questo metodo venga assunto come approccio ordinario alla progettualità in ogni ambito, affinché liberi tutte le sue potenzialità e permetta quel processo di lavoro strutturato e continuo che diventa ANIMAZIONE del territorio e della comunità; Animare, infatti, equivale a dar vita alla Testimonianza della Carità, come un soffio di vita capace di accarezzare la comunità, assumendo la virtù dell’amore come fondamento dell’esser cristiani.